venerdì 30 dicembre 2011

Natale del Signore 2011

Vangelo  Lc 2,1-14
Oggi vi è nato il Salvatore.
 

Dal vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».




Cesare Augusto ordina il grande censimento su tutta la terra. La potenza dell'impero romano si manifesta: tutti sono costretti ad andarsi a registrare, così anche Giuseppe nonostante il momento delicato che sta vivendo Maria sua sposa, era infatti incinta. Ecco che a Betlemme avviene il vero evento che cambia la storia, raccontato in forma semplice, sintetica, Maria dà alla luce il suo figlio primogenito. La scena è di estrema normalità e povertà, non c'è neanche posto per loro nella parte abitata della casa (l'alloggio), devono ricorrere alla parte meno nobile, dove stanno gli animali: una mangiatoia fa da culla. L'evento culmine della storia, la chiave di lettura di tutto, il Dio fatto uomo non ha niente, viene povero. Si rivela fin da ora la modalità con cui Dio entra nella storia e la guida, non la potenza di questo mondo, ma la debolezza: è già anticipato lo "scandalo della croce".
I pastori accolgono questo annuncio: Dio non soltanto sceglie di entrare nel mondo nella povertà ma sceglie di essere adorato dai poveri, i pastori. Categoria ritenuta insignificante e tante volte disprezzata.
Quando l'uomo entra in contatto con Dio lo spavento spesso lo assale, ma Dio rassicura sempre. La gioia è invece l'elemento chiamato a dominare i cuori, così in questo brano e in tutta la rivelazione che Dio fa di sé. Senza Dio non c'è gioia vera, e oggi dobbiamo particolarmente scoprire questa dimensione perché Dio stesso vuole donarcela.

Oggi, nella città di Davide, è nato  per voi un Salvatore, che Cristo Signore.
Ecco il vero evento della storia: è nato un Salvatore. Anche per noi, oggi, è Natale del Signore: lui nasce, nasce nel nostro oggi e viene come Salvatore per dare senso e riempire la nostra vita. 
È necessario però accoglierlo come tale. 
- Accettare che Dio non si riveli nei segni della potenza mondana, ma nella debolezza. Questo comporta anche un cambiamento, una conversione, i nostri gesti le nostre azioni non possono più essere dominate dalla potenza dei mezzi, dalla forza di convincimento, ma da quella debolezza che sola sa fidarsi della presenza di Dio e del suo intervento.
- Accettare che solo il Cristo Signore è il Salvatore. Riconoscere cioè che noi non siamo i salvatori della nostra vita, non ne siamo capaci. Il Salvatore è lui, è il Cristo Signore. L'uomo di oggi pretende di salvarsi da sé, con le sue forze, in questo modo non può accogliere il Salvatore. 
Abbiamo bisogno di convertirci all'umiltà del cuore, solo allora saremo in grado di ricevere il Signore che oggi viene, allora saremo capaci, come i pastori di udire il canto angelico di lode celeste: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". Solo allora inizierà un nuovo mondo in cui Dio dal più alto dei cieli regna sulla terra con la Pace e con l'Amore: per questo gli uomini accogliendo Dio realizzeranno pienamente la propria umanità e attingeranno da lì il senso, la direzione e la forza per condurre la storia alla meta che Dio ha pensato per essa: Gesù Cristo il Salvatore. Allora sarà veramente Natale, la gioia e la pace che Dio vuole donarci sarà realtà quotidiana. Che questo Natale possa essere da noi accolto, vissuto, e che per l'uomo inizi oggi un nuovo cammino.