martedì 20 dicembre 2011

IV Domenica Avvento 2011


Prima Lettura  2 Sam 7, 1-5.8b-12.14a.16
Il regno di Davide sarà saldo per sempre davanti al Signore.
 

Dal secondo libro di Samuèle.
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». 
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. 
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. 
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre”».



Vangelo  Lc 1, 26-38
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
 

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». 
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.


La prima lettura, presa dal secondo libro di Samuele, ci parla del re Davide che ha ormai conquistato e ricostruito Gerusalemme. Dopo aver realizzato per sé una casa sorge spontaneo il desiderio di farla anche a Dio, fino ad allora infatti l'Arca, "luogo" della presenza di Dio, si trovava sotto una tenda. 
Davide manifesta al profeta Natan questo desiderio ed ha da lui l'incoraggiamento a realizzare quanto sente nel cuore. Tutti questi progetti sono stravolti da Dio: sia Natan che Davide devono ricredersi di fronte alla parola che il Signore affida al profeta. Sarà Dio stesso a costruirsi una casa. Anzi Dio rivela che non desidera costruire una casa di pietre, ma un "casato" ovvero una discendenza. 
Ciò vuol dire che la casa di Dio è la vita stessa dell'uomo.

Nel Vangelo si realizza pienamente questo desiderio. L'iniziativa di mandare l'angelo è di Dio, sua e anche la scelta del paese e di una donna, Maria. Dio non sceglie quello che l'uomo avrebbe scelto: non la grandezza o il successo, ma la piccolezza e l'insignificanza di un villaggio misero e sconosciuto e di una donna di umile estrazione.
L'angelo dice subito "rallegrati", il progetto di Dio è felicità per l'uomo.
L'uomo è collaboratore di questo progetto, Maria "si domandava" il senso di tutto questo, ovvero deve applicarsi nella sua intelligenza, nelle sue conoscenze, alla luce della Sacra Scrittura su quello che è il progetto di Dio. Maria è chiamata ad assumerlo, a farlo suo liberamente, a rinunciare a qualunque altro suo progetto. Dio entra nella nostra umanità attraverso la libertà dell'uomo, Maria risponde con il suo sì, senza condizioni. 
L'ultima frase che l'Angelo rivolge a Maria è "nulla è impossibile a Dio": Maria ha creduto all'onnipotenza di Dio.

"Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola".
Maria si dichiara serva, piccola e obbediente, e questo rende possibile alla Parola di farsi "evento" per mezzo di lei.

Preparandoci al Natale anche noi scopriamo che Dio vuole costruire la sua casa nella nostra vita, Maria ci fa vedere come dobbiamo rispondere a questo progetto di Dio. Ci chiede di accogliere la sua iniziativa, di ascoltare la sua Parola: di fargli posto dentro di noi. 
E' una Parola altra da noi, che ci raggiunge e se accettata trasforma. 
Ecco perché è necessario scoprire la dimensione del silenzio e mettere in secondo piano i nostri bisogni tante volte dettati dall'egoismo. 
Noi non siamo i salvatori del mondo, dobbiamo permettere a Dio di esserlo, e nella modalità che Lui ha scelto, così diventeremo veri suoi collaboratori: testimoni, nelle concrete situazioni della vita, della sua presenza che salva, esito finale dell'incarnazione. 
Allora sarà veramente Natale: il Signore nascerà nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro perché sarà presente nei nostri cuori.
Questo è anche il miglior augurio di buon Natale che possiamo farci.

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